mercoledì 1 luglio 2009

L'imponente palazzo dei Lloyd di Londra è una delle architetture più suggestive e riconoscibili dello skyline della città. Progettato da Richard Rogers, il Lloyd's building ripercorre la scelta già effettuata in precedenza nel Centre Pompidou (Piano/Rogers) di creare un edificio in cui l'apparato impiantistico tecnologico si esplicita attraverso il rifiuto di membrane o pelli di rivestimento fittizie. Anche dalle rive del Tamigi è possibile riconoscere gli enormi tubi o i vari ascensori che risalgono le facciate dell'edificio e che di sera si illuminano dandogli ancora più risalto. A mio avviso il palazzo dei Lloyd rivela nella sua brutalità il pregio di apparire come un edificio che "vive" attraverso il pulsare dei suoi muscoli e delle sue arterie, una vitalità che in altri casi rimane celata dietro strati di sicura e piacevole normalità.

giovedì 30 aprile 2009


The Gherkin, il cetriolo di sir Norman Foster a Londra. Ha fatto parlare molto e probabilmente è già stato detto tutto sul suo conto. La dimensione onirica e più interessante che ho cercato di esprimere in questa foto è il rapporto del Gherkin con uno degli edifici che gli fanno da contorno. Due edifici di epoche, dimensioni, materiali, linguaggi diversi ma che nella cornice di Londra non hanno paura di sfidarsi, di dialogare, di entrare in contraddizione l'uno con l'altro. Londra è una città che amo particolarmente perchè non ha paura dell'architettura come spesso succede nelle nostre città italiane. Sogno che accostamenti così audaci come questo non vengano giudicati negativamente dalla paura del nuovo che spesso ci tarpa le ali. Abbiamo un patrimonio storico da preservare. Giustissimo. Ma l'innovazione, la ricerca, la sperimentazione sono tasselli troppo importanti per il futuro dei nostri habitat, dei nostri paesi. Credo che esista un velato pregiudizio che l'antico può accostarsi solo all'antico e il moderno solo al moderno. Forse ho estremizzato ma non credo di essere lontano da quello che è un pensiero comune. Noi pensiamo, anzi, noi siamo i luoghi che viviamo, ne sono convinto. E così nascono le nostre paure culturali che rischiano di farci rimanere nel nostro caldo e sicuro provincialismo nazionale.

lunedì 27 aprile 2009

Vorrei inaugurare questo blog di architettura con una foto scattata in occasione di un mio recente viaggio a Napoli: le Vele di Scampia. Al di là di facili giudizi su quello che rappresentano le Vele, credo che sia un chiaro esempio di come l'architettura segni il paesaggio a una scala neanche troppo vasta e di quanta responsabilità civile e sociale si devono far carico gli architetti che troppo spesso si occupano solo di soddisfare i propri bisogni artistici...